“Stai zitta e fai quello che dico io!”
“Non rispondere!”
“Sei troppo giovane devi truccarti di più per sembrare grande e devi vestirti con una divisa più aderente che faccia vedere le forme…!”
“Il fatto che tu sia cosi carina deve essere utile per me…”
“Se non fai quello che ti dico ti abbasso la percentuale del tuo compenso!”
“Se rimani incinta ti licenzio!”
“Ora che hai finito di lavorare sui pazienti pulisci tutta la stanza ed il bagno!”
“ Quando hai finito vieni in segreteria e fammi un massaggio!”
“Niente pausa pranzo si deve lavorare e basta!”
E questo voi come lo chiamate?
Quante volte, appena laureate e anche anni più tardi, vi è stato mancato di rispetto in questo modo?
E quante volte siamo state zitte e abbiamo sopportato ingoiando quell’amara sensazione tra odio e rabbia? Quante volte ci siamo dette, ok la prossima volta che accade me ne vado.
Invece, sopporti perche il lavoro è importante, devi pagare le bollette a fine mese, il mutuo, tuo figlio che vuole e deve essere felice e allora rimandi… Senza renderti conto che in questo modo il tuo stato d’animo non potrà che peggiorare e non smetterai di versare lacrime sotto la doccia, per non farle vedere a nessuno. Ogni mattina un velo di trucco e “non è successo niente” ma in realtà inizia tutto da capo.
Un ciclo continuo che solamente tu puoi fermare.
Violenza dal vocabolario Treccani:
Azione volontaria, esercitata da un soggetto su un altro, in modo da determinarlo ad agire contro la sua volontà.
Per violenza si intendono tutti quegli atti e quegli abusi che umiliano, degradano o danneggiano il benessere o la dignità di una persona.
La violenza si manifesta in forma sia fisica sia psicologica e spesso le due modalità si sovrappongono. Rientrano in questa definizione i comportamenti aggressivi in crescendo e senza soluzione di continuità caratterizzati da insulti, intimidazioni, minacce, fino a giungere all’aggressione fisica con conseguenze più o meno gravi e durature per la salute psico-fisica della persona stessa.
L’OMS e l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) hanno convenuto su una definizione generale di violenza sul luogo di lavoro:
“Incidenti in cui i lavoratori sono abusati, minacciati o aggrediti in situazioni correlate al lavoro, incluso il trasferimento, e che comportano un rischio implicito o esplicito per la loro sicurezza, benessere o salute”.
Nurse exposure to physical and nonphysical violence, bullying, and sexual harassment: A quantitative review
Una revisione della letteratura del 2014 ha analizzato i dati provenienti da 160 Centri nel mondo su oltre 150.000 infermieri. E’ emerso che, in media, circa un terzo di questi operatori sanitari subisce violenza fisica e circa due terzi violenza psicologica o verbale.
Nessun contesto è esente da episodi di violenza, anche se esistono situazioni a rischio più alto. Si riscontra una differenza per area geografica, con la massima frequenza nei Paesi di cultura anglosassone come Australia, Irlanda, Regno Unito, Stati Uniti, Canada, Nuova Zelanda e una frequenza minore in Europa.
Anche in Italia il fenomeno è sempre più diffuso. La maggior parte dei dati disponibili riguarda la professione infermieristica come detto sopra, ma sono state presentate recentemente alcune indagini che si riferiscono specificamente a studi medici.
E perchè non parlare degli studi odontoiatrici?
Non trovando studi specifici ve ne parlo io o meglio, vi parlo io di quello che ho potuto vedere nel mio piccolo.
Di solito in uno studio dentistico c’è il titolare che molto spesso è il dentista stesso ma a volte possono essere più persone proprietarie di uno studio.
La figura dell’igienista dentale (donna) nel 2020 non è ancora stata ben etichettata: siamo le “Signorine”, le assistenti, le ferriste, le accompagnatrici… Chi più ne ha più ne metta, tutto tranne le Igieniste Dentali.
Mi ricordo ancora quando ero alle prime armi e facevo tirocinio in un rinomato ospedale di Roma: mi avevano fatto diverse promesse di contratto post-laurea facendomi lavorare paziente su paziente per ore e ore e mi dicevo che quei sacrifici erano per una giusta causa… Che però non arrivò mai. Anche dopo la laurea lavoravo a ritmi insostenbili, non retribuita. Mi stavano solo sfruttando e non me ne stavo rendendo conto.
A quei tempi , appena uscita dall’Università sentivo quella voglia, che abbiamo avuto tutti agli esordi, di fare e rifare mille cose e non facevo caso ai dettagli negativi: con il tempo però me ne accorsi ed iniziai a capire per chi stavo lavorando.
Un altro episodio interessante è stato quando dopo 2 anni che lavoravo in uno studio lontano da casa, mi venivano fatte sempre più assiduamente delle battute strane dal barista del bar accanto o anche al ristorante vicino dove lo staff dell’ambulatorio era solito andare a mangiare. Mi ricordo molto bene quando il proprietario del bar, con aria viscida, mi disse:
“Allora come va con il Dottore? Tranquilla quando viene la moglie oggi ti faccio un cenno…!”.
Rimasi scioccata e sbalordita: dopo vari chiarimenti mi fu detto che tutto il quartiere pensava fossi l’amante del Dottore!
Ma come era possibile? Chi aveva messo in giro quelle voci? Come mai venivo a scoprirlo così?
Nessuno poteva avere il diritto di farmi passare ciò che vuole: mi licenziai.
Purtroppo avrei altri episodi da raccontarvi, avvenuti in altre realtà lavorative apparentemente insospettabili dove frasi come “Sembri troppo piccola, truccati un po’ così sarai più provocante…” erano all’ordine del giorno, insieme alla impossibilità di difendermi in episodi in cui se spariva o si rompeva uno strumento, mi veniva minacciato il licenziamento se non lo avessi riacqiustato io.
Esempi di clima di paura, una paura sottile ma tremendamente ingombrante, nella realtà lavorativa quotidiana.
L’igienista dentale è una figura professionale sanitaria con laurea triennale che gestisce una propria agenda e ha dei propri pazienti, non siamo le aiutanti di nessuno, anzi in alcuni casi abbiamo noi bisogno di un‘assistente, ma soprattutto come tutte le figure sanitarie siamo degne di RISPETTO.
Ancora oggi molti datori di lavoro e odontoiatri se ne approfittano cercando di sminuire la nostra figura chiedendo ad esempio già in sede di colloquio di fare anche la segretaria o la donna delle pulizie come fosse una cosa ovvia e normale.
E questo voi come lo volete chiamare? Abuso di potere? Dobbiamo accettarlo?
Non è certo questa la sede per ricordare a tutti voi il nostro mansionario, ma una cosa voglio dirvela: non accettatate condizioni sfavorevoli già in partenza, perchè non miglioreranno. E accettare di lavorare dove non è riconosciuto il nostro ruolo è sminuente per noi stessi e per la professione.
L’Ordine in Rosa
Vi segnalo che è finalmente nato “l’Ordine in Rosa”: supporto legale contro le discriminazioni e le molestie sul lavoro delle professioniste.
Un filo diretto con l’avvocato dell’Ordine TSRM e PSTRP di Roma Antonio Di Salvio Reale attraverso la mail ordineinrosa@tsrmpstrproma.it: fornirà aiuto e consulenza legale in merito alla situazione di disagio che vivono le professioniste iscritte all’Ordine.
Finalmente un punto di riferimento e un aiuto concreto da parte di un avvocato competente che sarà disposto ad ascoltare e aiutare tutte quelle persone che si nascondono dietro le molestie e gli abusi, non è tempo di fare silenzio e non dobbiamo avere paura, questo è un passo importante per iniziare ad andare incontro ad un cambiamento da non sottovalutare.
Sarà garantita la massima riservatezza: le mail saranno visionate solo dalle due responsabili del progetto, Francesca Fodde e Veronica Pinotti, oltre che dall’Avvocato Antonio Di Salvio Reale.
Smettiamo di fare silenzio e mettiamo a tacere tutte quelle persone che ci mancano di rispetto.
Dott.ssa Ilaria Valentini – Igienista Dentale