Confesso: mi chiamo Stefania Pescantini e fin da piccola ho avuto la fissa per i denti.
A differenza di molte persone che questa passione la ereditano dai familiari che lavorano nel campo, io non avevo nessuno attorno a me che avesse a che fare con il dentale in maniera diretta. In maniera indiretta, invece, la genetica dentale familiare era piuttosto disastrosa e di conseguenza dal dentista ci si andava tutti regolarmente.
Ovviamente la sfiga genetico-odontoiatrica con me ci aveva visto doppio ed avevo ereditato nell’ordine: agenesia di entrambi gli incisivi laterali, un canino incluso e completamente orizzontale e un diastema tra gli incisivi centrali superiori abbastanza ampio da farci passare una goleador per il lato piatto (ci avevo provato davvero giuro!).
Non so se il fatto di essere nata di venerdì 17 abbia avuto una qualche influenza su questo fatto ma insomma la mia situazione odontoiatrica aveva il suo perché.
In compenso, grazie a mia madre che sull’ argomento lavaggio denti era piuttosto militare, non ho mai avuto nemmeno una carie in tutta la mia vita.
Come potrete immaginare, vista la situazione non proprio meravigliosa, dovetti portare diversi apparecchi ortodontici e l’ortodonzista (dottor Bergamini) e tutto il team dello studio dentistico di famiglia (studio dottor Pasini a Nogara,VR) erano così pieni di passione che a forza di andare in studio la trasmisero anche a me.
Fu così che dopo le medie decisi di iscrivermi all’istituto odontotecnico ed in seguito iscrivermi ad igiene dentale o odontoiatria. Insomma avevo le idee piuttosto chiare o almeno così credevo.
Nel 2008, subito dopo aver preso la maturità, provai entrambi i test ed entrai al primo colpo ad Igiene Dentale presso l’Università degli Studi di Milano.
Ero felice perché tra Odontoiatria e Igiene dentale in cuor mio speravo di entrare ad Igiene poiché l’idea di prevenire invece che curare l’ho sempre trovata più stimolante.
La scelta di Milano fu dovuta al fatto che dopo le superiori sentivo la necessità di staccarmi da Verona e di avere un po’ di indipendenza e così in un batter d’ occhio mi ritrovai in una stanza orribile, piena di spifferi e in subaffitto, ma con i prezzi di Milano e in una zona decente (abitavo in zona Sant’Agostino) quello era il meglio che mi potessi permettere.
Mio padre ci aveva lasciate per un infarto due anni prima e mia madre mi passava quel che poteva per pagarmi l’affitto mentre il resto della vita milanese me la dovevo pagare io facendo la cameriera durante i weekend.
Il corso di laurea di igiene dentale alla Statale di Milano fu così intenso che 3 anni passarono senza quasi che me ne accorgessi e il 24 novembre 2011 presi la mia prima laurea con una tesi sull’odontofobia, che inconsapevolmente aveva già a che vedere con la comunicazione.L’ anno dopo feci un master alla Sapienza di Roma e nel mentre avevo iniziato la mia “carriera” da igienista dentale e da popolo delle partita IVA. Da subito mi resi conto di avere una spiccata voglia di comunicare ed apprendere nuove nozioni riguardanti la mia professione ed ero molto attiva nei gruppi Facebook di professionisti del dentale grazie ai quale conobbi diversi colleghi.
Uno di questi era Alessandro Staffelli, con il quale nel 2013 organizzai l’evento “I professionisti del sorriso” a Verona.
Nello stesso anno avevo avuto la fortuna di capitare nel posto giusto al momento giusto ed avevo iniziato a collaborare con il Dottor Luca Landi (diventato poi presidente della SidP), con il quale strinsi fin da subito una bella amicizia e che, cogliendo la mia indole comunicativa, mi invitò a parlare con lui nel 2014 al XVIII° Congresso Nazionale SIdP nella sessione igienisti dentali.
Parlammo per un’ora intera davanti ad una platea di circa 700 professionisti e ricevemmo complimenti sinceri.
Fu una delle esperienze più belle della mia vita professionale e da quel momento una strana sensazione iniziò a frullarmi in testa.
In quel periodo, nonostante lavorassi in studi in cui mi trovavo bene, non ero soddisfatta per via della considerazione che avevano le persone per la professione dell’igienista dentale. La maggioranza degli odontoiatri dovevano sempre mettere becco su qualunque tipo di decisione della nostra pratica clinica riducendoci ad automi grattadenti più che professionisti con una propria autonomia professionale; i pazienti erano invece quasi sempre convinti che fossimo assistenti alla poltrona. Almeno questo era ciò che percepivo e non mi faceva stare bene.
Decisi quindi di rimboccarmi le maniche e, anziché piangermi addosso, provai a fare qualcosa di concreto per migliorare la situazione e far conoscere la professione dell’igienista dentale alle persone.
Mi ritrovai nel giro di poco a far parte del direttivo di un’associazione di igienisti dentali, ad organizzare svariati corsi e convegni per la professione e ad essere una delle principali organizzatrici della prima e più grande fiera esclusivamente per igienisti dentali (Dental Hygienist Expo a Verona).
Il mio cruccio più grande però era sempre quello di far conoscere la professione alle persone e a questo scopo già nell’agosto del 2013 mi ero lanciata nella creazione di una pagina professionale su facebook che esiste tuttora ma che non utilizzo più da un po’.
Era una delle prime pagine di igienisti dentali che all’epoca si contavano sulle dita di una mano. Si chiamava “Igienista dentale Stefania Pescantini”, non sapevo nulla di contenuti efficaci e di come funzionasse avere una pagina di divulgazione ma ogni giorno, con cadenza regolare, mi impegnavo a pubblicare un post informativo riguardante la prevenzione orale che parlasse alle persone in un linguaggio senza fronzoli e non tecnico per poter raggiungerle al meglio.
Ero però consapevole che a raggiungere da sola 60 milioni di persone avrei fatto un po’ fatica e così mi ero posta come obiettivo principale non tanto lo spargere la voce direttamente alle persone ma far sì che i colleghi prendessero spunto dalla mia pagina per crearne altre.
In effetti la mia idea funzionò e grazie ad alcuni post particolarmente virali (tipo quello in cui si chiariva la differenza tra igienista e assistente dentale) iniziarono a spuntare pagine di igienisti dentali in continuazione, moltiplicando il “verbo” dell’igienista dentale in maniera esponenziale.
Raggiunto quindi il mio obiettivo, iniziai piano piano a lasciare spazio ai miei colleghi che, come speravo, fecero e fanno ancora oggi un ottimo lavoro di divulgazione.
Nel 2015 ancora non mi sentivo soddisfatta e la voglia di migliorarmi era sempre presente così feci il corso per igienisti dentali con il dottor Carlo Ghezzi e la dott.ssa Camilla Donghi che consiglio ancora vivamente a molti colleghi.
Recensioni del corso e tutte le info QUI!
Il corso fu illuminante sotto molti aspetti, professionali e non, e mi aprì letteralmente gli occhi su quanto l’igienista dentale possa realmente valere e su come mi sarebbe piaciuto impostare il mio lavoro una volta finito il corso.
Finito il corso provai per un anno intero ad estendere il “metodo MEG” in tutti gli studi in cui collaboravo che, in maniera più o meno velata, non mi ascoltarono minimamente lasciandomi un fortissimo senso di frustrazione.
Fu allora che presi la decisione che fece svoltare la mia vita, un sogno che tenevo chiuso in un cassetto da diversi anni ma che non avevo mai avuto il coraggio di aprire.
Gli eventi che avevo organizzato ed a cui avevo partecipato in passato, avevano fatto emergere in me una passione smodata per la comunicazione e il linguaggio che trovava la sua massima espressione nella figura del logopedista.
Per circa tre anni mi era balenata l’idea di provare il test ma non trovavo mai il coraggio perché avevo un buono stipendio e vivevo tranquillamente da sola e perdere queste certezze mi terrorizzava.
Poi nel 2016, all’ennesima badilata sui denti presa da uno studio in cui mettevo tutta me stessa mi decisi e presi coraggio anche grazie al supporto morale del mio compagno.
Passai l’agosto meno abbronzato della mia vita, studiavo dieci/dodici ore al giorno dimenticandomi spesso anche di mangiare, a settembre feci il test all’ Università degli Studi di Verona e il 21 ottobre scoprii di avercela fatta.
Ho sempre lavorato durante tutti e tre gli anni di università e come se non bastasse ci sono stati di mezzo due traslochi e l’ arrivo inaspettato di un cane.
Non è stata di certo una passeggiata ma se si è determinati e disposti al sacrificio si riesce ad ottenere ciò che si vuole.
Il 21 novembre 2019 sono riuscita a prendere la mia seconda laurea e a diventare logopedista con tanto di lode.
RIfarei tutta questa fatica? Assolutamente.
Avevo paura? Moltissima ma una volta che il dado è tratto non ci si può tirare indietro. A dirla tutta ho paura anche ora che mi sto costruendo una realtà lavorativa nuovamente da zero e che mantengo ancora entrambe le professioni.
Gestire tutto non è semplice ma rispetto alla vita durante l’università la situazione è decisamente più gestibile.
A differenza dell’igienista dentale, il lavoro del logopedista ci mette più tempo ad ingranare e a far partire bene il motore. Questo mette timore ma non demordo e sto lavorando sodo per assemblare i pezzi dell’ingranaggio al meglio e partire in quarta quando sarà il momento.
Chiudo questa storia della mia esperienza sperando di lasciare un messaggio positivo per tutti i colleghi e non che si sono imbattuti in questo articolo.
Ponetevi degli obiettivi e puntate dritti alla meta senza porsi troppi “se” e troppi “ma”.
Se volete lanciarvi ed osare in qualunque cosa dovete provarci perché se non provate non saprete mai con certezza che cosa vi state perdendo.
Dott. ssa Stefania Pescantini