La Terapia Parodontale di Supporto (TPS) include tutte le fasi cliniche che vengono attuate dopo la terapia attiva necessaria a mantenere un adeguato stato di salute Parodontale.
Dall’ultima classificazione delle malattie Parodontali (2017), possiamo evincere che uno stato di buona salute gengivale si può trovare sia su un parodonto sano che su un parodonto ridotto.
Quindi in TPS non solo si attua solo una prevenzione di tipo Primario che mira a risolvere il problema di infiammazione gengivale per ripristinare la condizione di salute iniziale, ma anche una prevenzione di tipo Secondario, poiché le stesse manovre mirano ad evitare l’insorgenza di nuovi problemi e/o recidive sui siti già trattati e quindi maggiormente suscettibili.
La squadra che entra in gioco in tali situazioni, è composta da Parodontologo/Odontoiatra/ Igienista Dentale → Paziente
In questa squadra ognuno dovrà giocare il proprio ruolo cercando di finalizzare il risultato che sarà sempre e comunque la salute del paziente.
Dopo che al paziente sarà stata fatta diagnosi dall’odontoiatra riguardo al piano di trattamento, l’igienista dentale sarà in grado di preparare il proprio piano di lavoro: motivazione-strumentazione-consigli. L’aspetto più importante del rapporto che lega l’igienista al paziente è che questo inizia subito dopo la diagnosi dell’odontoiatra e continuerà durante lo svolgimento della terapia attiva e successivamente anche nel mantenimento.
Dopo la rivalutazione il paziente potrà necessitare di chirurgia/cure conservative/cure endodontiche/protesi. Anche durante questi step sarà l’igienista a monitorare la situazione dal punto di vista dell’igiene orale accompagnando e motivando il paziente a seconda delle varie fasi. Terminata la terapia attiva ed eseguita la rivalutazione il paziente entrerà in TPS.
Il protocollo di mantenimento sarà a questo punto la parte più importante per l’igienista dentale ed anche per il paziente.
Diversi studi dimostrano quanto i pazienti coinvolti in un adeguato protocollo di mantenimento riescano a conservare un buono stato di salute orale anche a livello degli impianti e/o delle protesi.
A tal fine abbiamo a disposizione il PRA (Periodontal Risk Assessment) che ci aiuta a gestire il recall del paziente. Una volta stabilita la più adeguata frequenza dovremo soltanto cercare di personalizzare le sedute in base al tipo di paziente. La TPS comprende oltre al lavoro di “mantenimento”anche il controllo e/o “intercettazione” di altre condizioni patologiche quali carie, neoplasie, ecc. Lavoreremo con il nostro strumento indispensabile (la sonda!) nella valutazione del BoP, del PD, del FMPS, senza dimenticare che dobbiamo lavorare anche su quelli che vengono definiti “stili di vita” (fumo-stress) che possono influenzare, come dimostrato dall’ultima classificazione parodontale, l’andamento della malattia.
Ricordiamo a questo proposito che il Grado può migliorare in seguito alla risposta alla Terapia eziologica, alla compliance del paziente e al controllo dei fattori di rischio (fumo,diabete).
Ecco perché è importante personalizzare il piano di mantenimento e non semplicemente consigliare uno spazzolino o uno scovolino. Sempre di più, il lavoro dell’igienista dentale in ogni paziente -ed in particolare nei pazienti in TPS- richiede quindi notevole dedizione per favorire un adeguato mantenimento nel tempo attraverso richiami frequenti al fine di ottenere il miglior risultato possibile per la loro salute.
Dott.ssa Dea Lenzi – Dott.ssa Elena Lenzi Igieniste Dentali
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