Al termine del percorso universitario di ognuno viene chiesto di realizzare una tesi.
Sia che si opti per una “clinica” o a maggior ragione, se si sceglie una “compilativa”, un periodo da topo di biblioteca non se lo risparmia nessuno.
Talvolta mi sorge il dubbio che sia stato proprio quel periodo traumatizzante ad insinuare in alcuni la convinzione che usciti da lì non avremmo mai più consultato una rivista scientifica… al massimo Focus… che non è una rivista medica!
In caso di bisogno avremmo sempre potuto chiedere il parere a qualche collega, oppure agli informatori, d’altronde è il loro lavoro, no!?
Purtroppo no, non funziona così.
Avrebbero dovuto spiegarci che il nostro lavoro di revisori era appena iniziato e sarebbe andato di pari passo con la clinica.
Quando sei responsabile della salute di altre persone, le decisioni che prendi per curarle, non possono basarsi su informazioni reperite “in giro”.
È importante acquisire un metodo e verificare ogni informazione utilizzando le fonti ufficiali.
Le informazioni che servono al clinico sono contenute nelle riviste scientifiche, proprio quelle che si consultavano ai miei tempi per preparare la tesi.
Le riviste scientifiche più affidabili non sono tantissime, ma un povero igienista dentale che cerca di rimanere aggiornato mentre si smazza 8-10 pazienti al giorno, 6 giorni su 7, non può fisicamente svolgere le sue ricerche mettendosi a scartabellare tra esse.
Occorrerebbe troppo tempo, non è una strategia compatibile con la vita professionale del clinico .
Per fortuna gli articoli contenuti in queste riviste sono anche archiviati digitalmente nelle banche dati e la banca dati per eccellenza dell’Igienista Dentale è PubMed.
PubMed è un sistema informativo gratuito della National Library of Medicine (NLM) americana, comprende oltre 30 milioni di citazioni, molte delle quali sono accessibili gratuitamente.
Prima di effettuare qualsiasi ricerca è bene tenere in considerazione un altro aspetto importante: le classi di evidenza scientifica, cioè la gerarchia delle fonti.
Gli articoli scientifici non hanno tutti lo stesso peso in termini di affidabilità dei risultati.
Le revisioni sistematiche rappresentano le pubblicazioni più importanti da cui trarre informazioni (generalmente immediatamente fruibili ed applicabili) poiché riassumono i risultati di tanti studi, meglio ancora se si tratta di revisioni prodotte, validate e pubblicate da Cochrane, un network internazionale no-profit nato con lo scopo di raccogliere, valutare criticamente, diffondere e aggiornare le informazioni relative alla efficacia ed alla sicurezza degli interventi sanitari.
I risultati delle revisioni sono OGGETTIVI perché sono il frutto di una raccolta dati
Meno importanti delle revisioni della letteratura, ma sempre di significativa importanza sono gli studi randomizzati che raccogliendo dati da un numero significativo di pazienti sono comunque in grado di dimostrare l’efficacia di un trattamento.
Sotto ad essi possiamo trovare gli studi di coorte ed ancora più “in basso” gli studi caso-controllo e i case report, senz’altro interessanti da leggere, da discutere, possibili fonti di utili spunti per sviluppare nuove ricerche, ma non sufficientemente “solidi” per poter prendere decisioni sul trattamento da adottare con i nostri pazienti. Questo perché le conclusioni di questi studi sono una lettura soggettiva che ci da l’autore relativamente ai risultati ottenuti.
Come si effettua una ricerca su PubMed?
Per prima cosa, non poco importante, bisogna accedere alla banca dati PubMed www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/
Apriamo una rapida parentesi: Google è un MOTORE DI RICERCA, non è una banca dati. Se fate una Googolata vi arriveranno informazioni provenienti da fonti affidabili, ma anche dal blog del Lercio! Una banca dati è un isola abbastanza felice perché le informazioni contenute in essa sono già state filtrate da esperti del settore… però tenete sempre in considerazione la gerarchia delle pubblicazioni.
In base a ciò che dobbiamo cercare è estremamente importante identificare le parole chiave che poi andremo ad inserire (in inglese) nella barra di ricerca, che trovate già nella prima pagina in alto.
PubMed è un motore di ricerca intelligente e facile da utilizzare perché è stato creato apposta per il clinico, tant’è che quando iniziamo digitare i termini di ricerca si apre una tendina con i suggerimenti.
Diamo poi il via alla ricerca cliccando su “search”.
Quello che ci si presenta davanti, normalmente, è un elenco sconfinato di articoli da consultare anticipato, talvolta, da una box contenente i cosiddetti “Best matches”.
Questi articoli però non sono sempre così “best” per questo il mio consiglio è di ignorarli e concentrarsi sugli articoli “items” sotto ad essa.
Per sfoltire gli articoli a nostra disposizione possiamo “aggiustare il tiro” della ricerca settando specifici “limits”, cioè selezionando specifici ambiti di ricerca, che potete trovare sulla parte sinistra della pagina.
Per esempio potete scegliere solo una certa tipologia di articoli, selezionare solo gli articoli che vi danno la possibilità di accedere ai FULL TEXT, restringere gli anni di ricerca e selezionare solo studi effettuati su umani (che sono quelli di nostro interesse).
A questo punto il numero di articoli a nostra disposizione sarà “umanamente” consultabile. Per leggere gli articoli ora dobbiamo solo cliccare sui titoli di quelli che sembrano rispecchiare di più le nostre necessità.
Quando andiamo a cliccare su un titolo PubMed ci porta in un’ altra pagina dove possiamo consultare l’abstract dell’articolo.
Cos’è l’abstract?
Gli autori hanno a disposizione un numero limitato di caratteri per scrivere il riassunto del loro studio : perché l’hanno fatto, come si è svolto lo studio, quali risultati hanno ottenuto e quali conclusioni ne hanno tratto. Tutto molto bello per capire se è l’articolo che fa per noi, ma se avete la possibilità di leggere l’intero articolo è meglio.
Ricordiamoci sempre che nell’abstract troviamo il punto di vista dell’autore sui risultati ottenuti, ma solo leggendo l’articolo abbiamo la possibilità di capire come è stato davvero condotto lo studio, se è finanziato da una specifica azienda quindi se c’è conflitto di interessi e possiamo dare un’occhiata alla bibliografia che la dice lunga sull’importanza dell’argomento indagato o se sono sempre gli stessi autori che se la cantano tra loro.
Capite?
Più si diventa abitudinari nella ricerca più queste cose salteranno agli occhi.
Il tasto del FULL TEXT, se è presente, ed il riferimento al giornale dove si trova l’articolo e dove PubMed vi catapulterà, sono in alto a destra.
Click!
Buona ricerca!
Dott. ssa Denise Calzolari