Ciao a tutti, mi chiamo Benedetta Gabucci, sono un’igienista dentale che svolge la libera professione principalmente nelle Marche.
Ho deciso di condividere con voi la mia esperienza per portare alla vostra attenzione un tema delicato, che possa stimolare una riflessione in noi operatori del settore sanitario oppure semplicemente, che possa essere d’aiuto per fare chiarezza in chi come me si è trovato in questa situazione.
Dopo tre mesi di lockdown ci stiamo preparando alla ripresa; anzi, molti di noi sono già scesi in campo, chi con grande ottimismo e chi con tanta paura ed incertezze. Gli studi dentistici sono aperti ormai da tempo ma c’è chi sta ancora aspettando l’arrivo di tutti i DPI ordinati e sta fronteggiando una lentissima ripresa delle proprie prestazioni.
In questi giorni migliaia di persone si stanno recando ad effettuare i test sierologici per il SARS-CoV-2.
Di che cosa si tratta?
Il sierologico è un esame in grado di individuare la presenza di anticorpi specifici nel siero di soggetti affetti o precedentemente affetti da Covid-19. I valori analizzati sono due: IgM, anticorpi della fase precoce della malattia, e IgG, anticorpi a lunga permanenza.
Per il nuovo Coronavirus si è visto però che i primi sono incostanti e non consentono un’attendibile datazione del contagio, inoltre non è ancora noto se e quanto, la presenza di anticorpi garantisca una protezione.
Quindi il test sierologico verifica l’avvenuta infezione ma non ci assicura una patente di immunità (almeno ad oggi). È utile solamente in ambito epidemiologico, mentre la diagnosi e l’avvenuta guarigione possono essere attestate solo attraverso il tampone.
Detto questo, cosa fare una volta risultati positivi al sierologico? Cosa significa risultare positivi?
Potresti essere positivo alle IgM o alle IgG, ad entrambe o a nessuna delle due.
Nel primo caso saresti da poco entrato in contatto con il virus e quindi infetto…Chiuditi in casa!
Nel secondo, sei entrato in contatto con il virus tempo fa e ora probabilmente stai bene o non hai mai avuto sintomi…Meglio così, ma se fossi ancora contagioso?
Nel terzo caso presenti valori che indicano la presenza di anticorpi sia precoci che secondari quindi sei in una fase intermedia… Se hai sintomi meglio curarsi e approfondire, ma comunque le indicazioni ci invitano a rimanere in casa.
Nell’ultima ipotesi non sei mai venuto a contatto con il virus, quindi risulti negativo al test, via libera ma fai attenzione, soprattutto se eserciti una professione che ti porta a creare e respirare aerosol dieci ore al giorno. Proteggiti!
Dunque, una volta effettuato il sierologico come vengono interpretati i risultati dai nostri medici?
Quanti di questi test richiederebbero un approfondimento tramite un tampone? Chi può aiutarci?
Come faccio ad essere sicura di non essere più positiva, una volta verificato il contagio attraverso il sierologico?
Quanti positivi asintomatici ci sono, che l’hanno scoperto così!?!
Sono obbligata a sottopormi al test prima di tornare al lavoro?
No, noi liberi professionisti non siamo affatto obbligati, anzi, in base alle disposizioni della circolare del 29 aprile 2020, i test sierologici non hanno validità in ambito lavorativo e, quindi, anche in caso di esito positivo non implicano l’allontanamento dall’attività lavorativa.
Non vi sembra strano tutto ciò? Se dopo tutti questi mesi di blocco totale, trascorsi tra webinair e montagne di protocolli da applicare rigorosamente; dopo aver investito tempo e denaro nella spasmodica ricerca di DPI, sperando di trovare il modo più sicuro per esercitare la tua professione; se ti accorgessi che tante di queste risorse potrebbero essere risparmiate o anche solo alleggerite dal fatto che tu sia semplicemente risultato positivo al sierologico e negativo al tampone? Non lavoreresti più sereno?!
Esercitiamo una professione sanitaria specializzata in Prevenzione e come tale dovremmo cercare di prendere ogni provvedimento per garantire la salute di ognuno, orientando al benessere proprio attraverso la consapevolezza del valore primario della prevenzione.
Il minimo dubbio che tu possa essere positivo al tampone non dovrebbe farti innescare questo ragionamento?
La mia storia
Io mi sono posta questi interrogativi e vi racconto come è andata.
Ho deciso di adottare la politica di alcuni titolari delle grandi aziende che hanno deciso di sottoporre i propri dipendenti agli esami per SARS-CoV-2 a loro spese.
Avendo avuto tutti i sintomi, anche se non in forma troppo grave i primi giorni di marzo, ho deciso, seppur non obbligata, di sottopormi ai test sierologici. Inizialmente devo dire che l’ho fatto principalmente per mia tranquillità personale, poi la decisione è apparsa molto più complessa di quanto potessi immaginare.
Ottenuti i risultati, ho scoperto di avere le IgG notevolmente reattive (6,2 AU/mL) e le IgM non reattive ma superiori allo zero assoluto (0,7 AU/mL).
A questo punto che fare?
Avrei dovuto riprendere il mio lavoro presso uno studio qualche giorno dopo. Nonostante la legge non lo imponga, ho pensato che fosse giusto trasmettere i risultati al titolare dello studio.
Ero tranquilla, anche perché con dei valori di IgG così elevati sarei stata la candidata ideale per rientrare al lavoro.
Questo era quello che pensavo, ma mi sbagliavo; il medico competente di riferimento della struttura, attraverso il titolare, mi ha messo al corrente della presenza di persone con valori simili ai miei, risultati ancora positivi al tampone. Questo mi ha fatto riflettere.
Per capirci di più ho telefonato al numero verde della regione Marche. L’operatore prima mi ha chiesto che lavoro svolgessi e per quale motivo avessi dubbi in merito, una volta spiegata la mia situazione, in tutta franchezza mi ha risposto che con dei risultati così avrei potuto svolgere la mia professione tranquillamente riportandomi la circolare del 29/04/2020, aggiungendo che non sarei stata obbligata a sottopormi al sierologico, e che, a meno che il mio medico di famiglia lo ritenesse opportuno, nessuno mi avrebbe obbligato a sottopormi al tampone.
Benissimo, l’indomani il mio medico, visti i risultati del sierologico mi avrebbe preparato il certificato di guarigione dicendomi che avrei potuto “fare come se niente fosse successo”. C’è da dire che io non avrei comunque potuto lavorare poiché il titolare dello studio, date le indicazioni del proprio medico competente, non si sentiva di prendersi questa responsabilità.
Dunque, mi sono trovata di fronte ad un gap burocratico/legislativo non indifferente:
il medico del lavoro, responsabile dello studio e dei suoi dipendenti, richiedeva di sottopormi al tampone, ma non poteva inoltrare la richiesta in prima persona in quanto la mia figura (professionista a partita iva e non dipendente) non ricadeva sotto la sua competenza. Al contempo, il mio medico curante, non riteneva opportuno sottopormi ad alcun altro esame dato che per lui, visti i risultati del sierologico, ero guarita e idonea al lavoro; pronto a sottoscrivermi un certificato.
Mi sono dunque ritrovata in una serie di “rimbalzi di responsabilità”; e mi sono trovata alle prese con una non banale domanda:
chi è il medico responsabile per la mia idoneità al lavoro? Sotto chi ricade la responsabilità sulla mia figura professionale?
A tutt’oggi non ho trovato risposte chiare e univoche, solo opinioni differenti e spesso contrastanti.
Alla fine, comunque, ho deciso di sottopormi al tampone prima di riprendere la mia attività professionale.
Questo ha portato inevitabili conseguenze: una volta inoltrata la richiesta all’Asur (azienda sanitaria unica regionale) Marche sono stata obbligata a quarantena fiduciaria fino al risultato negativo del secondo tampone, e quindi costretta ad un ulteriore periodo di mancati guadagni.
Tutto questo, da alcuni, è stato definito un “eccesso di zelo”! In realtà io ritenevo, e ritengo tutt’ora, che sia l’iter deontologicamente più corretto!
Invece, trovo spaventosamente assurdo l’atteggiamento dei tanti “addetti ai lavori” che mi hanno caldamente suggerito di “fare finta di niente”.
A una settimana di distanza dal primo, ho fatto il secondo tampone e ho ricevuto (con calma) il risultato: negativo.
Anche se dopo un’attesa di tre settimane posso dire che inizierò a lavorare molto più tranquilla nei confronti di tutti, pazienti, familiari, collaboratori.
Sarebbe bello se almeno noi, professionisti sanitari, ci sottoponessimo a questo protocollo; sarebbe un’ulteriore dimostrazione quanto il concetto di prevenzione abbia un valore fondamentale nel nostro lavoro.
E tu, cosa farai ora? Non dico di fare come me, ma pensaci.
Da qualche giorno è stato dato il via alle telefonate per i controlli a campione da parte della Croce Rossa Italiana, sui cittadini che dovrebbero acconsentire ad un piccolo prelievo venoso per aiutare a capire la diffusione di Covid-19. Se riceverai una telefonata dallo 06.5510 è un servizio che puoi rendere al tuo Paese attraverso un piccolo gesto. Ti invito a farlo.
Dott.ssa Benedetta Gabucci – Igienista Dentale
Bibliografia e Sitografia
1. FAQ – Covid-19, domande e risposte:
http://www.salute.gov.it/portale/nuovocoronavirus/dettaglioFaqNuovoCoronavirus.
2. QUALI DISPOSITIVI E COME SI DEVONO USARE:
https://www.iss.it/documents/20126/0/Rapporto+ISS+COVID+2_+Protezioni_REV.V6.pdf
3. Report numero verde Marche: Report Numero Verde N.7 del 12/05/2020 – D. Fiacchini, G. Acquaviva, A. Catalini, F. Diotallevi, A. Masiero, V. Montagna
https://www.regione.marche.it/portals/0/Salute/CORONAVIRUS/ReportNumeroVerde/Report%20numero%20verde%20n7%2012-05-2020.pdf
4. 29/04/2020 CIRCOLARE del Ministero della Salute n. 14915: Indicazioni operative relative alle attività del medico competente nel contesto delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus SARS-CoV-2 negli ambienti di lavoro e nella collettività (pdf, 0.2 Mb)
http://www.trovanorme.salute.gov.it/norme/renderNormsanPdf?anno=2020&codLeg=73956&parte=1%20&serie=null
5. DECRETO LEGGE 10 maggio 2020, n. 30
Misure urgenti in materia di studi epidemiologici e statistiche sul SARS-COV-2. (20G00048) (GU Serie Generale n.119 del 10-05-2020)
https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2020/05/10
6. Decreto del presidente del consiglio dei ministri 17 maggio 2020: Disposizioni attuative del decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19, recante misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da COVID-19, e del decreto-legge 16 maggio 2020, n. 33, recante ulteriori misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da COVID-19. (20A02717) (GU Serie Generale, n. 126 del 17 maggio 2020)
http://www.trovanorme.salute.gov.it/norme/dettaglioAtto
7. Protocollo epidemiologico per un’indagine di siero-prevalenza sul SARS-COV-2 condotta dal Ministero della Salute e dall’ISTAT
http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_campagneComunicazione_146_0_file.pdf