Ciao, sono Sara Citterio.
Da sempre ho interesse nell’aiutare persone con bisogni speciali.
Mi sono laureata nel 2016 presso l’Università Statale di Milano con una tesi sui pazienti malati di Alzheimer.
L’obiettivo di questo studio è stato quello di instaurare una corretta comunicazione con il paziente malato di Alzheimer per mantenere il più a lungo possibile una condizione di salute del cavo orale. Per favorire ciò è stato creato un protocollo di prevenzione impiegando l’uso della CAA (Comunicazione Aumentativa Alternativa), istruendo sia il paziente, sia i familiari o il badante con le corrette manovre di igiene orale per mantenere il cavo orale del paziente in uno stato di salute.
Cos’è la Comunicazione aumentativa alternativa?
La comunicazione aumentativa alternativa (CAA) studia e, quando necessario, tenta di compensare disabilità comunicative temporanee o permanenti, limitazioni nelle attività aiutando persone con severi disordini nella produzione del linguaggio, e/o della parola, e/o di comprensione, relativamente a modalità di comunicazione orale e scritta.
La malattia di Alzheimer è una patologia neurodegenerativa, è la forma più comune di demenza caratterizzata da un progressivo declino della memoria e di altre funzioni cognitive. Molti studi evidenziano come, con il progredire della malattia, la salute orale del paziente diminuisce.
Come è stato svolto lo studio
Per attuare questo studio è nata una collaborazione tra l’ambulatorio odontoiatrico dell’Ospedale Sacco di Milano e il reparto di Prevenzione e Igiene Orale della Clinica Odontoiatrica della Fondazione IRCCS Cà Granda Ospedale Maggiore.
La realizzazione dello studio (creazione dei materiali e sperimentazione) ha richiesto circa 6 mesi di lavoro.
Ci siamo recati presso il domicilio dei pazienti (in quanto alcuni erano allettati e altri faticavano a muoversi), abbiamo spiegato ai pazienti che erano in grado, come eseguire le manovre attaccando le strisce dell’attività sulla porta del bagno per ricordargli di lavarli ogni volta che si recavano lì, e attorno allo specchio per essere più comode per loro mentre eseguivano i movimenti; ai pazienti che non erano autonomi invece è stato spiegato ai caregivers come occuparsi di loro.
Che cosa abbiamo consigliato
È stato detto di utilizzare uno spazzolino morbido o una garza sulle mucose, imbevuti di collutorio (molti pazienti hanno xerostomia, quindi collutori per umidificare le mucose), ogni volta che gli fosse stato dato del cibo, e igienizzare le protesi seguendo le schede fornite da noi.
Tutti i pazienti hanno migliorato la loro igiene orale, tranne uno, il cui badante ha esplicitamente detto che non ha eseguito le manovre in modo costante.
Dopo quasi 4 anni, quando il dottore che mi ha seguito durante la tesi, si reca dai nostri pazienti, mi scrive che sono ancora presenti le schede di lavoro e alcuni si ricordano di una ragazza che andava ad aiutarli a “lavare i denti finti”.
Questa, per me, è la conclusione migliore che potessi desiderare.
Dott.ssa Sara Citterio – Igienista Dentale