Mi chiamo Cristina, igienista dentale laureata a Genova nel 2014, ma dal 2016 pratico la professione nella Svizzera francese.
Da italiana all’estero, sto vivendo questa pandemia come se fosse tutto surreale.
Due paesi diversi in molti aspetti, anche da imporre due metri di distanza sociale qui e un metro in Italia.
Il settore ospedaliero sta rispondendo molto meglio rispetto all’Italia, quindi siamo pronti per la ripartenza delle attività a scaglioni!
La Confederazione ha semi bloccato il paese il 16/03, dando il divieto a noi igienisti di lavorare.
Successivamente, l’ordine dei dentisti si è battuto affinché potessero riprendere le attività normali in quella che in Italia è stata chiamata fase due.
Così, lunedì 27/04, insieme a parrucchieri, estetisti, fisioterapisti e simili, siamo tornati a lavorare: ansia e emozione si sono mischiate alla perfezione!
Dopo giorni di webinar, dirette Instagram/facebook italiane, eccoci alla prova del nove. Tra i vari corsi, il primo che mi ha tranquillizzato è stato il corso della Prof. Mensi sul portale della EMS (guardatelo, perché vi tranquillizza per la gestione dell’aerosol).
Pare che la riapertura sia stata concessa perché l’Ordine dei dentisti ha dettato le regole per la ripresa.
Così, ieri, eravamo organizzati in questo modo:
– triage telefonico: niente pazienti over 65 o con patologie a rischio in studio
– all’arrivo, controllo temperatura (da 37.5 paziente rinviato)
– no accompagnatori, soprattutto nell’unità operativa
– disinfezione mani
– mascherina ai pazienti in sala d’attesa
Fortunatamente la nostra sala d’attesa ha grandi finestre e sono state spesso aperte, nonostante siano state fatte specifiche modifiche agli impianti di aerazione, ma non chiedetemi di più, perché non saprei rispondervi.
Da indicazioni dell’Ordine, consigliata igiene solo manuale. Parlando di aerosol, indicano di limitarli, usare le ffp2 e la doppia aspirazione. Di conseguenza, noi igienisti abbiamo le ffp2. Abbiamo schermi, cuffiette e non ho più nulla appoggiato sui servomobili.
Almeno 15 minuti di aerazione con finestre aperte o impianti di ventilazione tra un paziente e l’altro. Disinfezione accurata dell’unità. Stiamo aspettando i camici monouso, ma nell’attesa, ci si lava e disinfetta bene ad ogni paziente.
Insomma, lavorare si può e nemmeno senza grossi stravolgimenti. Le agende sono piene, la gente aspettava di venire, perché “non andare dal parrucchiere si può, ma non posso stare senza l’igienista”!
Ancora una volta, ci vuole #andràtuttobene
In bocca al lupo a tutti e buon ritorno a lavoro!
Dott.ssa Cristina Ruopolo